I Livelli di Astrazione sono una nozione che si trova in Floridi, per esempio in Pensare l’infosfera (per esempio nel capitolo 2 a pag 55).
se ho capito bene, consiste nel riconoscere che non posso porre domande “assolute” sulla realtà ma sempre “da un certo punto di vista”: per esempio, non posso chiedermi qual è “il significato” in generale del barattolo che ho davanti a me. Devo chiedermi prima di tutto da quale punto di vista mi sto ponendo (ovvero, a quale Livello di Astrazione – per usare la terminologia di Floridi – mi sto ponendo): sto chiedendo il significato del barattolo dal punto di vista del suo uso? è una zuccheriera. Sto chiedendo qual è il suo valore economico? Quattro o cinque euro. Sto chiedendo se può essere un ready-made alla Marcel Duchamp? Allora lo considero come un’opera d’arte, ovvero (interpreto io) come una manifestazione pura dell’essere.
Floridi sembra escludere che si possa andare avanti, tranne in un punto (Floridi, Pensare l’infosfera, pag 116) in cui dice:
è spesso più semplice iniziare con una dicotomia booleana, ma è altrettanto essenziale trattare tale dicotomia come qualcosa che offre, come in geometria, i due punti conosciuti alle estremità di una distinzione, i quali contribuiscono a determinare quel terzo punto latore della giusta prospettiva da cui esaminare il problema in questione.
e commenta immediatamente:
Il lettore può cogliere in quanto è stato appena detto tracce della logica hegeliana.
Certo che si vedono “tracce” di logica hegeliana! Senza ovviamente accettare l’ontologia del Geist, si capisce bene che la tensione dialettica tra gli estremi, generata dalla loro reciproca esclusione in base al principio di non contraddizione (due attributi diversi non non possono essere nello stesso tempo e dallo stesso punto di vista veri), costringe a un cambiamento del punto di vista, tale per cui i due estremi non siano più contraddittori. Ma questa era la lezione del mio maestro Gustavo Bontadini!
In prospettiva, inoltre, il discorso di Floridi lascia aperta una possibilità (che lui mi sembra respingere), ovvero che “il vero è l’intero”: se è vero che io ogni volta devo scegliere un punto di vista (un Livello di Astrazione come lo chiama lui) se voglio dare una interpretazione sensata della realtà, è possibile immaginare anche il passare della consapevolezza da un punto di vista all’altro fino a una visione unitaria di tutti i punti di vista possibili. Che era poi la comprensione assoluta dell’assoluto di cui parlava il buon Wilhelm Friedrich, rimandata a un futuro indeterminato (come la parousia cristiana, peraltro).